venerdì 14 dicembre 2012

Grillo non funziona.

Devo confessarlo: l'idea della «partecipazione dal basso» mi ha sempre affascinato.

La possibilità dell'esistenza di un meccanismo intrinsecamente democratico e che produce sempre risultati ottimi (nel senso di «migliori in assoluto») è il sogno di ogni cittadino, azienda, Stato, comunità.

Mi ha affascinato anche per il lavoro che facevo (e che in qualche misura faccio ancora) nella comunicazione e nel marketing. I «social network» in parte sono quello: entità che si reggono da sole grazie ad una massa critica di utenti partecipanti. Chi gestisce il network garantisce i meccanismi, ma gli autori sono gli utenti stessi.

Però, quando si tratta di decidere su cose importanti, questo meccanismo si inceppa.

Ora dovrei raccontarvi i motivi tecnici per i quali non funziona, come ad esempio il rischio della formazione di cluster di opinione tele-comandati, la mancanza di tempo per la verifica della fattibilità, l'arduo compito di leggere e capire la mole immensa di documenti spesso necessari per poter cambiare mezza virgola di una legge, l'inadeguatezza decisionale in campi specialistici da parte di persone oggettivamente incompetenti (non tutti possono sapere tutto) e così via, ma questo post diventerebbe una lezioncina inutile per chi già la conosce ed inutile per chi non la vuole conoscere.

Meglio un succoso controesempio. Quello funziona sempre.

Il programma del Movimento


Se avete avuto un diverbio con un simpatizzante del Movimento, avrete sicuramente ricevuto la risposta:
«Ma l'hai letto il programma?»
Io il programma, ovviamente, l'ho letto. Ma chi l'ha scritto? L'avranno scritto gli utenti in maniera partecipativa, trasparente ecc. ecc. Giusto?
No

Il programma del «movimento dove uno vale uno» non l'ha scritto nessuno. O meglio, è piombato dal cielo in forma anonima, senza discussioni, senza approfondimenti e senza votazioni. È stato citato nel comunicato politico numero venticinque il 9 settembre 2009, quando è stata annunciata la nascita del Movimento. È stato presentato circa un mese dopo, il 4 ottobre 2009. È una sorta di contratto al quale si aderisce se si entra a far parte del Movimento. Fine.

Ho chiesto a vari simpatizzanti:

  • se, dove e quando avete discusso i punti del programma?
  • potete darmi un link a qualche forum con una discussione ed una decisione per scrivere testualmente almeno qualche punto del programma (che però tutti devono leggere)?
Non ho mai ricevuto risposta. Qualcuno risponderà? Vedremo.

Ora, è concepibile che un Movimento che pretenda di riscrivere le regole democratiche presenti un programma scritto da mani misteriose?

Se tre mesi vi sembran pochi...


Si legge testualmente nel programma del Movimento la proposta:
«Leggi rese pubbliche on line almeno tre mesi prima delle loro approvazione per ricevere i commenti dei cittadini»
Quindi si pretende di gestire la vita democratica e politica dell'Italia, un paese di sessanta milioni di persone, con leggi che devono riposare tre mesi i commenti dei cittadini.

A maggior ragione, la vita interna del Movimento sarà organizzata nello stesso modo, come Grillo in prima persona ha sempre ripetuto fino allo sfinimento: democrazia diretta ecc. ecc.

Purtroppo non funziona. E lo conferma lo stesso Movimento.

Quando non era ancora prevista una fine anticipata (di poco) dell'attuale legislatura, il giorno 01/12/2012 il Movimento decide di tenere le primarie per i candidati alle prossime elezioni politiche con delle regole. Le regole sono le leggi del Movimento. E le primarie non hanno riguardato una complessa decisione sulla politica economica che riguarda sessanta milioni di italiani. Hanno riguardato semplici elezioni con 32.000 votanti già presenti e certificati nel sistema informatico che dovevano scegliere tra 1.400 candidati.

Roba facile, insomma.

Quindi le regole saranno state decise dai grillini? Dagli iscritti al blog? Dagli stessi candidati in un'assemblea online tenuta su un forum?

No

Sono state decise da Beppe Grillo (o chi per lui, non importa) nel giro di pochissimo tempo. Infatti ad ottobre Grillo urlava dai palchi siciliani che
«qualsiasi cittadino si potrà candidare per il Movimento»(fonte: Pubblico)
E invece no: solo chi si è già presentato nelle elezioni locali e non è stato eletto.

(cioè: i migliori li portiamo nelle amministrazioni comunali mentre gli altri li mandiamo in Parlamento? Wow!)

Il 12 novembre 2012 il Movimento ha pubblicato il post «Facce ride» firmato Beppe A. (ma messo in grande evidenza) che dileggiava le primarie del PD (alle quali hanno votato non in trentamila ma in tre milioni: cento volte tanto) e quelle del PDL (che non ci sono state). Ecco il finale (notare il dileggio saccente):
«Stranamente a nessuno è venuto in mente che esiste un MoVimento dove un qualsiasi cittadino (e non una ristretta cerchia di elite) possa venire eletto a rappresentante di altri cittadini (e non di lobby). Anzi questo MoVimento viene pure tacciato di dittatura. Complimenti all'informazione all'incontrario."
Purtroppo l'informazione «all'incontrario» è nel post, dato che è stata la ristretta cerchia dei cosiddetti «trombati» a potersi candidare, ed è stata la ristretta cerchia di soli 32.000 iscritti a poter votare. Ma il messaggio testimonia che a sole tre settimane dalle consultazioni grilline l'idea che si erano fatti gli attivisti era diversa da quello che poi è stato deciso.

Ricordo a memoria un'intervista di Giovanni Favia. Difendeva la scelta un po' autoritaria del Movimento (che l'ha cacciato) in questo modo:
«Non c'era tempo per scrivere le regole insieme»
Nella foto: un'immagine del tipico lavoro dello staff del Movimento


Insomma: lo stesso Movimento ci fornisce la conferma che per avere decisioni rapide ed efficienti non si possono aspettare tre mesi di commenti. Qualcuno deve agire grazie ad una delega, e non con la democrazia diretta che non funziona.

E se per le sue piccole elezioni non si può permettere di aspettare tre mesi di commenti (ma neanche una settimana di discussione in un forum), perché gli italiani dovrebbero aspettare tre mesi per le decisioni di politica economica?

Quindi:

  1. la «partecipazione dal basso» è un'idea tanto bella ma è assolutamente inefficiente in sistemi un po' più complessi di un'assemblea condominiale
  2. finisce che comanda uno solo
  3. «uno solo» è sempre Lui


(LeFou!)

P.S.: come sempre siete tutti invitati a verificare le mie affermazioni ed a smentirle oggettivamente. È vietato usare termini imboccati da Grillo come piddielle, piddimenoelle, fassisti ecc.