domenica 2 febbraio 2014

Altre balle (anche del PD) sulla Banca d'Italia

Nonostante tutti abbiano potuto comodamente prendere visione della legge sulla rivalutazione delle quote della Banca d'Italia, la disinformazione sull'argomento è ancora ampia.
Tanto per non essere tacciato (come spesso capita) di parzialità e/o difesa di una parte politica e/o attacco solo ad una parte politica e/o di difesa delle bbanghe, lo dirò chiaramente:

la disinformazione viene non solo da parte di chi sta protestando in maniera veemente ma anche da parte di chi questo provvedimento l'ha pensato e sostenuto!

Tratterò le questioni in maniera molto sintetica. Per i dettagli, consultate il precedente post sull'argomento.

Il sistema bancario avrà più soldi da prestare ad imprese e cittadini!

No, per tre ragioni.
  1. Le banche che rivalutano le proprie quote (capital gain) pagano il 12% sulla rivalutazione in base a quanto prevede la Legge di Stabilità 2014 (Art. 1 comma 91). Questa è una stima minima, perché a queste tasse vanno aggiunte sicuramente altre tasse provocate dall'aumento di capitale (che però non sono stato in grado di verificare, serve un fiscalista di un certo livello). Inoltre quest'anno l'anticipo fiscale è del 130%, quindi non solo non avranno liquidità in più, ma ne perderanno parecchia sotto forma di imposte.
  2. La legge prevede che la Banca d'Italia possa riacquistare temporaneamente le quote che superano il 3% del capitale possedute dalle banche. In questo modo si girano soldi della riserva ad alcuni soggetti (Banca Intesa, Unicredit e Assicurazioni Generali in testa) che quindi avranno più liquidità al momento della cessione, ma ci saranno (molte) altre banche che acquisteranno le quote e quindi perderanno altrettanta liquidità. Dunque il sistema bancario nel suo complesso manterrà la stessa liquidità. Inoltre l'operazione sarà effettuata nell'arco dei prossimi tre anni: come misura urgente per aumentare la liquidità non sembra proprio il massimo...
  3. La legge prevede che saranno concessi ai detentori di quote dei dividendi fino al 6% del capitale di 7,5 miliardi. Finora il limite era del 4% sulle riserve (che però sono molto superiori) ed è stato concesso lo 0,5% corrispondente a 70 milioni, per cui si prevede che analogamente saranno concesse rendite dell'1% che corrisponderanno a 75 milioni (in totale tra tutti i detentori di quote). Inoltre chi ha quote superiori al 3% non godrà dei dividendi relativi alla quota in eccesso, dividendi che andranno allo Stato.
    Ma ipotizziamo, in linea puramente teorica, che possa essere concesso il 6% del capitale = € 450 milioni. Siccome ogni istituto può godere al massimo del 3% di tale somma, si parla di 13,5 milioni (al massimo) per ogni istituto. Briciole.

Le banche italiane avranno un aiuto per superare i prossimi stress-test della BCE!

No.
L'EBA in una FAQ esplicita che questo NON è possibile.
«What is the sample for the 2014 EU-wide stress test?
The 2014 EU-wide stress test exercise will be carried out on a sample of banks covering at least 50% of the national banking sectors in each EU Member State, as expressed in terms of total consolidated assets as of end of 2013. It will include 124 EU banks from 22 EU Member States.»
Le rivalutazioni riguardano il 2014, quindi non saranno considerate nello stress-test.

Lo stato guadagnerà 1,5 miliardi di imposte!

Il mio giudizio su questo punto è sospeso. elenco alcuni elemento contro ed a favore.
CONTRO: L'imposta sul capital gain (la rivalutazione) è del 12% in base a quanto previsto dall'ultima Legge di Stabilità (Art. 1 comma 91).
In base a questo, e dato che il valore nominale delle quote prima era irrisorio (€ 156.000) alcuni calcolano erroneamente il 20% su 7,5 miliardi = 1,5 miliardi.
Applicando l'aliquota corretta del 12% si ottiengono solo € 900 milioni, ma non è neanche così.
Come ho ricordato nell'articolo precedente, gli istituti di credito nel 2001/2002 avevano già rivalutato le proprie quote e quindi avevano già pagato le imposte su quella prima rivalutazione.
Il calcolo preciso di quanto incasserà adesso lo Stato è un po' complesso da fare per noi comuni mortali perché bisogna verificare quanto ogni singola banca ha rivalutato le proprie quote, ma sicuramente non sarà di € 900 milioni.
Anzi, alcuni istituti hanno rivalutato le proprie quote più di quanto sia il loro valore attuale, per cui vanteranno un credito fiscale!
A FAVORE: A questa stima vanno aggiunte altre tasse basate sull'aumento di capitale (che però come ho scritto sopra non sono in grado di verificare).

Come sempre, segnalatemi eventuali imprecisioni o integrazioni a quanto esposto.

(LeFou!)

UPDATE 03/02/2014 aggiunto riferimento alla Legge di Stabilità 2014 e corretta l'aliquota dal 20% al 12%.

15 commenti:

  1. Ciao lefou, più o meno sono d'accordo. Il punto che mi pone dei dubbi è quello sulla tassazione dato che sto sentendo cifre di ogni tipo (oggi sul huffington si parla di 3,5 miliardi). Il valore delle quote di mps dovrebbe essere di 57 mila euro a quota, in questo caso ci sarebbe una minusvalenza. Tuttavia non sono sicuro che in qualche modo lo stato debba risarcire le banche, poichè quella rivalutazione era cmq presente nel bilancio di esercizio e andava ad influenzare lo stato patrimoniale.
    Che ne pensi?

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  2. Allora, ho fatto due conti alla buona.
    In questo file (http://www.fisac-cgil.it/wp-content/uploads/2013/10/labnews7.pdf) ci sono le quote detenute e il loro valore per ogni rispettiva banca. Lasciamo perdere le minusvalenze e prendiamo per buono che lo stato non debba restituire imposte di alcun tipo.

    Se consideriamo la percentuale di capitale detenuta per le maggiori banche, cioè unicredit, Intesa san paolo e generali, arriviamo a circa il 70,8. Dato che queste banche non possono detenere più del 3% delle quote, sottraggo questo dato al 70,8. - 9= 61,8. Che equivale a un capitale di 4,635 miliardi. Queste quote dovrebbero essere rivendute e quindi occorre pagare le tasse, tassazione al 20%. Quindi si ha un gettito di 1,020 miliardi di euro.
    Per quanto riguarda invece le plusvalenze ho usato sempre un calcolo in media. Il valore delle quote totale delle maggiori banche (quelle presenti all'interno del file) è pari a 2,628 miliardi, in totale quindi si ha un aumento di capitale reale di 4,872. A fronte di una tassazione del 12,5 si hanno 609 milioni di euro.
    Sono calcoli approssimativi, ma che magari rendono l'idea. In totale quindi si avrebbero 1,629 miliardi di euro di gettito. Bisognerebbe capire se ci sia un credito fiscale o meno e calcolarlo.

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    1. Stasera spero di avere il tempo di fare i conti con calma.

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    2. Se ci fosse un credito d'imposta dovrebbe ammontare a circa 330 milioni di euro.
      Ok, attendo i tuoi conti. Buon lavoro.

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  3. Se non ho capito male, allora quanto riportato in questo link risulterebbe in alcuni punti impreciso?

    http://www.econoliberal.it/2013/12/rivoluzione-quote-bankitalia.html

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    1. Si riferisce alla versione precedente del decreto, ma non vedo imprecisioni. Dove sarebbero? Ci sono delle ipotesi, ma le ho contemplate anche io.

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  4. Nel suo articolo dice che prima del decreto il limite sulla quota dei dividendi era del 4%, e che applicandone lo 0,5 % le banche ne guadagnavano 70 milioni, rispettando la proporzione se ne deriva che applicando il massimo (4%) le banche avrebbero potuto prendere 70 * 4 / 0,5 = 560 milioni! Molti di più del massimo che potrebbero prendere ora (il 6% dei 7,5 miliardi, pari a 450 milioni), è corretto o c'è qualcosa che lo impedirebbe?

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    1. Corretto. in teoria non c'è neinte che lo impedirebbe. In pratica non ricevono quel dividendo proprio perché la Banca d'Italia è un Istituto di Diritto Pubblico ed i detentori delle quote non contano quasi niente.

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  5. Dubbio su quel che citi dalle FAQ della BCE: sei sicuro che il trafiletto significhi che si guarderanno i bilanci del 2013? A me sembra che si spieghi solo come è selezionato il campione di banche sul quale si va poi ad indagare, e si dice che gli assets a bilancio consolidato di queste banche devono essere maggiori o uguali al 50% degli assets totali delle banche del paese, e che si decide se questa condizione è rispettata o meno guardando ai bilanci al 31 dicembre 2013.
    Una volta selezionato il campione credo che si cerchi di capire quanto queste banche sono solide oggi, mi sbaglio?

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    1. http://www.finanza.com/Finanza/Notizie_Mondo/Altri_paesi_Europa/notizia/Stress_test_2014_Eba_esiti_a_ottobre_15_le_banche_italian-412265

      https://www.eba.europa.eu/-/eba-announces-key-features-of-the-2014-eu-wide-stress-test

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  6. Altra domanda, nel suo articolo dice che: "Inoltre chi ha quote superiori al 3% non godrà dei dividendi relativi alla quota in eccesso, dividendi che andranno allo Stato." Tuttavia ascoltando questa intervista: http://www.youtube.com/watch?v=JLoN5nazS5M di Sebastiano Barisoni sembra che le quote in eccesso continuino a dare voti e dividendi fino al termine di tre anni dall'entrata in vigore del decreto legge (può saltare dal minuto 5 in su)

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    1. SI, è esatto. Le banche hanno tre anni di tempo per vendere le quote in eccesso, tre anni nei quali le quote in eccesso gli darebbero cmq dividendi e una maggior rappresentanza nell'assemblea dei soci. Scaduti i tre anni se non le vendono perdono i dividendi (che tornano alle riserve della BdI) e le quote di rappresentanza alle quali darebbero diritto.

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  7. inserito riferimento nel mio post
    http://blogdifalco.blogspot.it/2014/01/sulla-banca-d-aggiornato_24.html

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  8. Ho ancora alcuni dubbi in merito da dissipare: se un detentore di quote di partecipazione al capitale di Bankitalia è tenuto a cederne la parte eccedente il 3%, ogni quota in eccedenza la deve rivendere a 25mila euro ciascuna?
    25mila euro = 7,5 miliardi di euro/300mila quote totali

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  9. ottoscrivo in sostanza le cose scritte da LeFou. Con un'unica precisazione. Le banche possono prestare denaro in proporzione alla propria capitalizzazione. Questo vanno a verificare, credo, gli stress test. Quindi questa ricapitalizzazione permetterà effettivamente alle banche di avere più risorse da prestare. Il che non vuol dire che lo faranno, è ovvio. In altre parole, le banche avranno più risorse da prestare non perché ricevono dei soldi con la riforma, ma perché la ricapitalizzazione sposterà in alto il limite a cui possono arrivare con i prestiti. Ovviamente, ammesso che non avessero già ricapitalizzato. Comunque in linea di principio, dire che questa riforma darà alle banche più soldi da prestare è corretto.

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