sabato 27 agosto 2011

Solidarietà del calcio

In questi giorni l'associazione italiana calciatori (AIC) è in sciopero. Salta la prima giornata del campionato Serie A della Lega Calcio (Serie A TIM).

Reazione della gente: non devono scioperare, come si permettono, sono tutti ricchi, è uno schiaffo alla miseria ecc. ecc.

Mettiamo subito da parte un'evidente contraddizione: caro popolo italico, se per te i calciatori sono troppo ricchi, fai sciopero TU. Altrimenti, continuando a pagare per lo stadio e gli abbonamenti per guardare le partite e la sciarpa e la maglietta e la tromba e la bandiera non fai altro che confermare che quei calciatori sono importantissimi, e quindi vanno pagati tantissimo.

In particolare si accusano i giocatori di non voler pagare il contributo di solidarietà, ovvero un'ulteriore imposta (tassa) per i più abbienti.

Non è così.

Domanda: se io sono un giocatore, quanto pago di tasse?

Risposta: dipende dal contratto del singolo calciatore.

Come ogni lavoratore, ogni calciatore ha un suo contratto. Nel contratto dei calciatori è specificato quanto sarà pagato, ed è specificato sia il compenso lordo che il netto.

Tuttavia per legge il contratto deve indicare chiaramente se l'accordo è stato ottenuto sul netto o sul lordo, per evitare problemi di interpretazione nel caso di modifica delle aliquote fiscali.

Prendiamo il caso di un giocatore medio di Serie A. Il suo procuratore e la società stabiliscono un compenso di 1 milione netti l'anno, sul quale (facciamo numeri tondi) vige un'imposta del 50% e che quindi corrispondono a 2 milioni lordi.
  • Compenso lordo: la società gli versa 2 milioni di euro, lui paga il 50% di tasse e gli rimane 1 milione di euro. Con il contributo di solidarietà pagherà (diciamo) il 60%: il prossimo anno gli rimarranno 800.000 euro. Il calciatore perde 200.000 euro e la società continua a versargli 2 milioni di euro.
  • Compenso netto: come prima. Il contributo di solidarietà non cambia nulla al calciatore, perché è una tassa ed è a carico della società. Che però, per raggiungere il netto di 1 milione, non spende più 2 milioni di euro ma 2,5 milioni (tolto il 60% da 2,5 milioni rimane 1 milione). La società perde 500.000 euro ed il calciatore non perde niente.
Alla luce di tutto ciò chiedo: cosa c'entra lo sciopero dei calciatori con il contributo di solidarietà? Perché la Lega Calcio sostiene questa bufala?

Sarà perché La Lega Calcio è formata dalle società di Serie A? E che magari sono proprio queste che non hanno nessuna intenzione di pagare quel contributo?

http://qn.quotidiano.net/sport/calcio/2011/08/17/564038-sciopero_calciatori_contributo_solidarieta.shtml 
Sciopero calciatori per il contributo di solidarietà
Calderoli: "Protestano? Paghino doppia aliquota"

Verificate sempre, soprattutto quando la storiella è qualunquista e facilmente digeribile.

16 commenti:

  1. Ma la ragione vera del contendere non è questa!
    I calciatori sono lavoratori subordinati e non liberi professionisti, secondo la legge 81/91 (cercate di ragionare sul collettivo per un attimo e lasciamo da parte la minoranza dei milionari). In una contrattazione collettiva non c'entrano nulla la manovra finanziaria o le tasse e la questione è in discussione da parecchio. I punti, in origine, erano otto: ingaggi flessibili, cure mediche, codice disciplinare, multe e sanzioni, collegi arbitrali, allenamenti fuori rosa, cessioni obbligatorie e attività extra calcio ma, ci si è incagliati nella questione degli allenamenti separati. Secondo la categoria sindacale si possono configurare le premesse di mobbing.I cosiddetti "gruppi differenziati di allenamento" nei quali avrebbero dovuto, secondo la Lega di Serie A, esser raggruppati i giocatori cosiddetti "fuori rosa", cioè coloro che, da un lato, non rientrano nei piani sportivi della società ma, dall'altro, rimangono comunque contrattualmente vincolati alla medesima. Quindi, tu società mi tieni legata ma mi escludi e non mi dai possibilità di liberarmi contrattualmente. Questo è discriminante e in base alla legge, tali atleti possono esercitare il diritto di sciopero costituzionalmente garantito esattamente come gli operai. Che poi è più una protesta che uno sciopero, la giornata viene recuperata e non viene fatta nessuna trattenuta sullo stipendio.

    RispondiElimina
  2. @Rosa Infatti la questione viene buttata in caciara dalla Lega Calcio (società) per far pressione sui calciatori ed averla vinta. Perché a questo punto o i calciatori accettano oppure fanno la figura dei ricchi che non vogliono pagare le tasse ecc. ecc.

    RispondiElimina
  3. Ma è assurdo che debbano accettare o meno, visto che per contratto lo stipendio è al netto, Sta scritto!!

    RispondiElimina
  4. @Rosa Dipende dall'accordo che hanno stipulato. Dev'essere specificato nel contratto, lo spiego nel post. Se nel contratto c'è scritto "un milione annui netti" se cambiano le aliquote il lordo che scuce la società cambia.

    RispondiElimina
  5. Sì, ma l'accordo è che lo stipendio è netto e le tasse le paga la società. Se fosse lordo le pagherebbe il calciatore. Al massimo possono arrivare a vertenza legale ma, quale giudice sentenzierebbe se tutto sta scritto sul contratto?

    RispondiElimina
  6. @Rosa Quindi dici che l'accordo supera i termini del contratto? Strano. Puoi darmi un riferimento? Anche in privato se vuoi.

    RispondiElimina
  7. Un riferimento di che tipo? Il contratto collettivo? La norma dice che lo stipendio è corrisposto al lordo salvo l'accordo tra le parti di decidere per il netto.
    Qui puoi trovare accordi e tabelle:
    http://www.assocalciatori.it/Normativa/tabid/58/language/en-US/Default.aspx

    RispondiElimina
  8. @Rosa Grazie Rosa.
    Infatti "salvo l'accordo tra le parti" è quello che dicevo io. Se la Juventus mi propone 10.000 euro netti al mese, lo specifica sul contratto ed io devo ricevere un accredito di 10.000 euro ogni mese nel conto corrente, anche se raddoppiano le tasse. Immagino che il versamento delle imposte spetti alla Società essendo un rapporto dipendente.
    Leggevo in giro cosa prevede(rebbe) questo nuovo accordo, ovvero considerare sempre l'accordo al lordo a prescindere dall'indicazione del contratto. Ma mi pare surreale, e non riesco a trovare un testo dove verificare questa assurdità.

    RispondiElimina
  9. Io so che la trattativa si è arenata sui "fuori rosa" e trovo che sia una richiesta giustificata da parte dei calciatori. La questione del contributo di solidarietà è un gran casino che non c'entra niente, secondo me, ma a quanto pare ne convieni anche tu. Finalmente si legge qualcosa che spiega più nello specifico :-)
    Un saluto.

    RispondiElimina
  10. Il contributo di solidarietà, non può essere per esempio un'imposta separata dal contratto tra società e calciatore, e solamente a carico di quest'ultimo?

    RispondiElimina
  11. @Rosa Sto infatti cercando di accertare i fatti. Finora leggo solo due versioni (parziali) che possono essere viziate dalla propaganda. Così la gente si sta incazzando perché crede che i giocatori vogliono solo guadagnare di più o non pagare le tasse. Può essere vero, però da piccolo cittadino che le tasse le paga, avrò il diritto di avere gli elementi per accertarlo, o posso solo andare in piazza con torcia e forcone griffati?

    @LifeInPlasticIsFantastic Un contratto è un contratto, la legge riguarda una tassa e comunque se la società aveva firmato prendendosi carico delle tasse deve rispettare l'accordo. Non può prendersela con i giocatori per il fatto di non accettare di cambiare un accordo firmato da tutti e due quando vedono che gli va male. Tra un giocatore ricco ed una società ricchissima, scusate ma preferisco che paghi la società ricchissima.

    RispondiElimina
  12. Sta di fatto che qua è pieno di miliardari che non vogliono pagare un cazzo di niente, calciatori e società che siano

    RispondiElimina
  13. Ciao, si può contattarti via mail?

    RispondiElimina
  14. Che non paghino un cazzo le società non è vero, più della metà del fatturato più o meno va in tasse. Piuttosto sono coloro che gestiscono i soldi pubblici, che non sono in grado di fare il loro dovere. Ma questo è un altro discorso, comunque.

    RispondiElimina
  15. @Palle @Life
    Ho lavorato (ed in parte lo faccio ancora per divertimento) nelle realtà sportive di alto livello dietro le quinte.
    Le società di calcio e di qualunque altro sport minimamente professionistico sono indebitate fino al collo. Se esistono, lo fanno solo per gloriarsi o per nascondere qualche palata dei propri debiti. Non sostengo certo che sono fonti di guadagno inarrestabili.
    Il che non toglie che chiunque, nelle trattative, tende a conquistare più vantaggi possibili. Qui siamo al capolavoro: buttare la croce sui calciatori perché una futura variazione delle imposte gli va male.
    Se le tasse fossero calate, non si sarebbero impuntati...

    RispondiElimina
  16. E' normale che non si impuntino se le tasse calano. Chiunque ne sarebbe contento.

    RispondiElimina

Non lasciare commenti che non sopporteresti di ricevere. E comunque sono accettate critiche ma non offese.